Maurizia Piazzi

Maurizia Piazzi 

Francesca Bogliolo - L’eterno fluire del tempo non si cura della fretta dell’uomo. La natura segue il suo corso, insegnando che le cose buone vengono dalla pazienza. Le atmosfere liriche che pervadono le opere di Maurizia Piazzi sembrano ricondurre chi guarda alle funzioni primarie dell’arte: la conservazione della memoria e l’esercizio dell’osservazione per la salvaguardia della bellezza. Il virtuosismo tecnico esercitato dall’artista rivela un’attenta e approfondita ricerca che affonda le radici nella storia dell’arte italiana, da Caravaggio a Morandi, passando attraverso il Rinascimento e la Metafisica. Indagando ciò che si trova oltre l’apparenza fisica, Maurizia Piazzi penetra l’essenza intima della realtà che si colloca aldilà dell’esperienza sensibile, nella zona in cui l’Enigma si rivela. Ombre delicate palesano uno sguardo poetico sul mondo, sagome delineate rivelano presenze che trattengono la vita e la tramandano nella sua più intima sostanza. Il ritrarre oggetti quotidiani diviene sinonimo dell’interiorizzazione silenziosa di un’esistenza muta, in un trascorrere di istanti in cui gli interrogativi trovano posto senza affanno, ma con consapevolezza. L’utilizzo di un disegno rigoroso ed elegante e un sapiente uso della luce permettono ai profili di rivelarsi senza indugi nella loro evidenza comunicativa. Nel ripetersi del canone stilistico, l’artista cadenza la necessità per l’uomo di ricordare quanto la semplicità sia essenziale per penetrare i segreti della vita. Lo sguardo si posa sulle composizioni armoniche ed equilibrate, il tempo si ferma. È un vero e proprio elogio dell’immobilità, nel suo perturbante effetto di eternità presente. Nell’anima delle cose, il cuore dell’uomo trova la pace e, attraverso la pittura di Maurizia Piazzi, si conforta.