Maurizia Piazzi

Maurizia Piazzi 

Francesca Bogliolo - L’eterno fluire del tempo non si cura della fretta dell’uomo. La natura segue il suo corso, insegnando che le cose buone vengono dalla pazienza. Le atmosfere liriche che pervadono le opere di Maurizia Piazzi sembrano ricondurre chi guarda alle funzioni primarie dell’arte: la conservazione della memoria e l’esercizio dell’osservazione per la salvaguardia della bellezza. Il virtuosismo tecnico esercitato dall’artista rivela un’attenta e approfondita ricerca che affonda le radici nella storia dell’arte italiana, da Caravaggio a Morandi, passando attraverso il Rinascimento e la Metafisica. Indagando ciò che si trova oltre l’apparenza fisica, Maurizia Piazzi penetra l’essenza intima della realtà che si colloca aldilà dell’esperienza sensibile, nella zona in cui l’Enigma si rivela. Ombre delicate palesano uno sguardo poetico sul mondo, sagome delineate rivelano presenze che trattengono la vita e la tramandano nella sua più intima sostanza. Il ritrarre oggetti quotidiani diviene sinonimo dell’interiorizzazione silenziosa di un’esistenza muta, in un trascorrere di istanti in cui gli interrogativi trovano posto senza affanno, ma con consapevolezza. L’utilizzo di un disegno rigoroso ed elegante e un sapiente uso della luce permettono ai profili di rivelarsi senza indugi nella loro evidenza comunicativa. Nel ripetersi del canone stilistico, l’artista cadenza la necessità per l’uomo di ricordare quanto la semplicità sia essenziale per penetrare i segreti della vita. Lo sguardo si posa sulle composizioni armoniche ed equilibrate, il tempo si ferma. È un vero e proprio elogio dell’immobilità, nel suo perturbante effetto di eternità presente. Nell’anima delle cose, il cuore dell’uomo trova la pace e, attraverso la pittura di Maurizia Piazzi, si conforta.

foglie, frutti, fiori, colori

GIAN LUIGI ZUCCHINI –    Presso la Nuova Galleria d’Arte La Piccola (Bologna, Santo Stefano, 29) Maurizia Piazzi ha allestito una nuova mostra di oggetti, fiori, foglie, nella più folgorante tradizione figurativa. In altre parole, ‘nature morte’. O almeno sembra. Ma sono davvero così ‘morti’ questi frammenti di natura messi lì sulla tela, alcuni addirittura esplosivi nella luce vivace di accesi cromatismi? O non sono invece messaggi di riflessione, momenti di silenzio nel brusio insistente della vita, tramandi di antiche, ripetute storie esistenziali?

Omaggio a Morandi a cinquant'anni dalla sua scomparsa

Dalila Tossani - Maurizia Piazzi, artista bolognese, sembre aver donato il suo sapere pittorico a Giorgio Morandi tanto che negli ultimi anni ha deciso di dedicare al Maestro una vera e propria serie che si ispira al famoso collezionismo di oggetti, come fosse semplicemente un pretesto artistico, per poi distanziarsene in diversi aspetti. Primo di tutti il colore che nel caso di Maurizia é esplosivo, poi la vtalità data da fiori e frutta veri e non ultimo la temporalità. Spesso, infatti, parlando di Giorgio Morandi, si fa riferimento ad una pittura senza tempo in cui anche l'atmosfera viena cancellata da una mano di bianco. Maurizia, invece, vuole apparire figlia del suo tempo creando una tecnica mista col collage di alcuni quotidiani, facendo apparire anche personaggi di attualità. Ciò che trasmette, attraverso i suoi quadri, é una forte sensazione di pace e sicurezza, quasi come se avesse intenzione di rimettere ordine nel caos dei nostri giorni, di porre fine a questa corsa quotidiana che ci impedisce di vivere le emozioni e di fruire del bello.

Caro Giorgio...

Dalila Tossani - Maurizia Piazzi è un'artista completamente dedita allo studio della natura morta e in questa sua mostra personale ha deciso di omaggiare l'artista Giorgio Morandi.   "Ho conosciuto le sue opere da adolescente visitando la mostra che Bologna gli dedicò al Museo Civico poco dopo la sua morte. Da allora non l'ho più lasciato e vado regolarmente a "trovarlo", così come si visita un caro, vecchio amico." E' proprio da queste visite che nasce in lei il desiderio di riproporre alcuni dei suoi oggetti anche utilizzando alcune fotografie dello studio del Maestro interpretandole attraverso una pittura ad olio molto più vivace, ed estremamente elegante.   
La sensibilità di Maurizia ha fatto si che anche lei, nel tempo, costruisse un proprio mondo di vasi, bicchieri, conchiglie fortemente legati sia alla sua vita personale sia alla sua sfera artistica. Quello che vuole mostrarci è come da pochi, banali oggetti su un tavolo si possa ottenere un'infinita varietà di sensazioni.

Il realismo lirico di Maurizia Piazzi

Gian Luigi Zucchini - Mi sono a lungo interrogato in quale filone artistico potrebbero essere collocati i dipinti di Maurizia Piazzi, di piacevolissima visione e di un’intensità cromatica che colpisce e avvolge al tempo stesso lo sguardo, con un senso di pacata eleganza e distensivo equilibrio.
Potrebbero essere vicini all’iperrealismo, per via di quella riproduzione dell’oggetto così nitida e pulita che lo rende perfetto nella sua similitudine al vero; però manca, dell’iperrealismo, l’accento di impersonalità, di freddezza, che caratterizza le opere di questa corrente artistica.

Sparse voci morandiane, nell’assordante silenzio bolognese

Gian Luigi Zucchini - Termina tra poco l’anno in cui ricorre il cinquantesimo della morte di Giorgio Morandi. L’artista morì nel giugno del 1964, ma si sperava che qualcosa di significativo apparisse nella città dove di lui si conserva memoria, casa, opere, testimonianze. Nulla invece di notevole; persa ormai ogni residua speranza, siamo alla resa. Non del tutto però. Si vuole, da parte nostra, segnalare qualche trepido fermento qua e là, in artisti giovani o non più giovani, che hanno raccolto ed ancor oggi raccolgono le invenzioni del Maestro e le rivivono secondo una loro personale emozione e originale intuizione. Ne citiamo due, non potendo elencare tutti coloro che si sono inseriti in questi suggestivi percorsi: e non sono certamente pochi.

Maurizia Piazzi per Giorgio Morandi

Gian Luigi Zucchini  – È per lo meno strano iniziare il commento ad una mostra in modo dubbioso, ma debbo proprio farlo: mi pare che la pittura di Giorgio Morandi abbia esercitato su Maurizia Piazzi uno straordinario potere terapeutico ed ammaliatore, che va, suppongo, al di là di un semplice interesse artistico ma penetra direttamente nell’inconscio, o nell’animo, legando per sempre al fascino discreto dell’opera la sensibilità intellettuale ed estetica della pittrice.